Avv. Antonio Tanza - Vicepresidente ADUSBEF


Vai ai contenuti

Menu principale:


Tuker

Altre campagne e approfondimenti


11 anni per Eusebi, 10 per la Ferrara. La sentenza Tucker

Dopo 9 ore di camera di consiglio il tribunale di Rimini ha emesso pochi minuti fa la sentenza che ha scritto la parola fine al processo Tucker. 11 anni per Mirko Eusebi e 10 per la sua compagna, Ivana Ferrara. Le 800 parti civili, riceveranno 1.000 euro ciascuna come risarcimento. Si è conclusa la lunga giornata vissuta al tribunale di Rimini per le parti coinvolte nel processo Tucker. Dalle 10,30 di questa mattina, ora in cui i giudici si sono ritirati in Camera di Consiglio, non si è saputo più nulla fino alle 19.45. La cronaca della giornata. La difesa non ha tentato, come ci si aspettava, un disperato rinvio. Il Pm infatti ha rinunciato alle repliche. Hanno parlato tre degli otto imputati principali. Tra questi, Ivana Ferrara, compagna di Mirko Eusebi, imputato numero uno, per il quale il PM ha chiesto 15 anni e mezzo. Serena e sorridente, anche nella dichiarazione finale, ha smentito la requisitoria del Pm e ha voluto precisare che nel processo non é mai stato dimostrato il non funzionamento del tubo. Per la Ferrara sono stati chiesti 14 anni e due mesi. I loro 6 più stretti collaboratori, Simone Ambrosiani, Serenella Pierfederici, Osvaldo Salvi, Iano D'Altri, Dario De Bon, Emanuele Baroni, rischiano pene tra 11 e 13 anni. Per gli altri 45 imputati, ex collaboratori accusati di singoli episodi di truffa, le pene richieste vanno tra i due e i nove anni. Dopo che i giudici si sono ritirati in camera di consiglio, Ivana Ferrara e il suo avvocato, Nadia Alecci, hanno lasciato il tribunale alle 14,30 dichiarando che la sentenza è già stata scritta e che, il ritardo nel rendere nota la decisione, é una strategia legata all'eco mediatico che ha avuto la vicenda. Il caso fu portato alla ribalta nel 2002 da striscia la notizia, rappresentata oggi dall'inviato Moreno Morello. In aula oggi erano presenti alcuni degli imputati e alcune delle 1.928 parti lese, di cui 800 costituite parti civili.

Tucker, condannato il titolare undici anni per truffa

La Repubblica.it
Il fondatore dell'azienda, Mirco Eusebi, vendeva il dispositivo a tubo di scappamento per auto che, sulla carta, avrebbe dovuto abbattere l'inquinamento. Cinque condanne e decine di assoluzioni al processo Tucker. La pena più alta, 11 anni e 4 mesi per truffa, è per il fondatore dell' omonima azienda, Mirco Eusebi, che vendeva il dispositivo a tubo di scappamento per auto che, sulla carta, avrebbe dovuto abbattere l'inquinamento dei gas di scarico e far risparmiare combustibile e costi per aziende e privati. Questo il verdetto di primo grado a Rimini, dopo 9 ore di camera di consiglio del collegio giudicante del Tribunale. Per Eusebi l'accusa aveva chiesto 15 anni di reclusione e altri 14 per la sua compagna di vita e di affari, Ivana Ferrara, che pure è stata condannata, a 10 anni e 10 mesi. Insieme a loro sono stati condannati altri dirigenti dell'azienda: a Simone Ambrogiani, Samuele Pierfederici e Osvaldo Salvi sono stati inflitti 9 anni e 4 mesi ciascuno. Forse un po' a sorpresa, sono stati assolti altri esponenti del gruppo dirigente, come Emanuele Baroni, Dario de Bon e Iano D'Altri. Assolti anche i circa cinquanta dipendenti-adepti che erano accusati di aver dato vita a singole truffe. Questa sentenza attribuisce le responsabilità della truffa Tucker a poche persone, in pratica Eusebi e i suoi stretti collaboratori, che comunque restano tutti in libertà in attesa dell'appello, che i loro difensori hanno già annunciato di voler presentare. (6 gennaio 2009)

Rimini: 5 condanne a processo Tucker
06 gen 2009
RIMINI - Si e' chiuso ieri con 5 condanne e decine di assoluzioni il processo Tucker. La pena piu' alta, 11 anni e 4 mesi di carcere, e' stata inflitta al fondatore dell'omonima azienda, Mirco Eusebi che vendeva il dispositivo a mo' di tubo di scappamento per auto che, sulla carta, avrebbe dovuto abbattere l'inquinamento dei gas di scarico e far risparmiare combustibile e costi per aziende e privati. Condannata a 10 anni e 10 mesi di carcere la sua compagna, Ivana Ferrara. Altri 3 dirigenti dell'azienda dovranno scontare 9 anni e 4 mesi di carcere ciascuno. Assolti invece altri esponenti del gruppo dirigente. Furono oltre 14.000 i dispositivi installati al prezzo di 15 milioni di vecchie lire, per un giro d'affari di circa 200 miliardi. Dopo la denuncia del tg satirico "Striscia la notizia" Eusebi e la compagna finirono in carcere e il Garante della Concorrenza e del Mercato stabili' che la pubblicita' sul prodotto era ingannevole. (Agr)


TUCKER
Il processo del tubo prende l'avvio il 13.07.06
presso Tribunale di Rimini

Prossime udienze 08 e 23 marzo 07

E' ancora possibile costituirsi IN DIBATTIMENTO


Sono 1928 le parti offese e 54 gli imputati per cui la procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio. Otto di loro devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e tra essi i coniugi Mirco Eusebi e Ivana Ferrara gli inventori del "tubo". I restanti coimputati sono accusati di truffa.
A causa dello sciopero degli avvocati
l'udienza è stata rinviata al 5 ottobre e il giudice ha stabilito che solo da quella data partirà il conto alla rovescia per i reati a tiro di prescrizione.
(Ansa) 13 luglio 2006 -
Ha preso il via ieri mattina con l'udienza preliminare davanti al gup di Rimini, il processo sul caso Tucker, il tubo che doveva regalare miracolosi risparmi energetici ad aziende e privati. Sono 1928 le parti offese e 54 gli imputati per cui la procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio. Otto di loro devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e tra essi i coniugi Mirco Eusebi e Ivana Ferrara gli inventori del "tubo". I restanti coimputati sono accusati di truffa. A causa dello sciopero degli avvocati l'udienza è stata rinviata al 5 ottobre e il giudice ha stabilito che solo da quella data partirà il conto alla rovescia per i reati a tiro di prescrizione.
All'udienza del 5 ottobre, il processo è stato rinviato al 07 dicembre 2006 per le eccezzioni delle difese degli imputati sulle costituzioni di parte civile. Dopo le eccezioni degli imputati il processo è stato rinviato al 9 febbraio 2007 per le repliche delle parti civili.
Dopo le repliche delle difese delle parti civili il Gip del Tribunale di Rimini, Lucio ARDIGO', con la
MITICA ORDINANZA del 09/02/07 (clicca qui per scaricarla) ha rigettato l'istanza dei collegi difensivi con cui si chiedeva l'estromissione dall'udienza preliminare per il processo Tucker di Adusbef , che così potrà sedersi sul banco delle parti civili, unitamente ad un centinaio di utenti che si sono costituiti con il Vice Presidente Nazionale Adusbef Avv. A.TANZA e l'Avv. Morena RIPA.
Il giudice ha anche rigettato l'istanza con cui veniva richiesto il dissequestro di un conto di 2-300 mila euro sequestrato su una banca di Riccione (Rimini) ai coniugi Mirco Eusebi e Ivana Ferrara: la somma, secondo i difensori, doveva servire per saldare il conto di alcuni consulenti di parte.

La stampa si è subito interessata al caso: dal sito www.striscialanotizia.mediaset.it e www.newsrimini.it si può scaricare il seguente articolo del 9 febbraio 2007:
Il Gip del tribunale di Rimini ha rigettato l'istanza dei collegi difensivi con cui si chiedeva l'estromissione dall'udienza preliminare per il processo Tucker di Federconsumatori e Adusbef, che così potranno sedersi sul banco delle parti civili, fra le quali ci sarà anche il Codacons. Il giudice ha anche rigettato l'istanza con cui veniva richiesto il dissequestro di un conto di 2-300 mila euro sequestrato su una banca di Riccione (Rimini) ai coniugi Mirco Eusebi e Ivana Ferrara: la somma, secondo i difensori, doveva servire per saldare il conto di alcuni consulenti di parte. Rigettate le opposizioni, il Gip ha aggiornato l'udienza all'8 marzo. Sono quasi duemila le parti offese che si sono presentate per rivendicare la restituzione di quanto investito nel 'tubo miracoloso' che, secondo quanto raccontato dai coniugi Eusebi, gli 'inventori' del dispositivo, e dai loro collaboratori, avrebbe dovuto consentire 'miracolosi' risparmi energetici nel riscaldamento degli edifici, nonché di ridurre l'inquinamento atmosferico prodotto dal gas metano e dal combustibile in genere. Il Garante della Concorrenza e del Mercato, con una sentenza del 7 novembre 2002, stabilì che la pubblicità sul prodotto era ingannevole. Secondo il Codacons vennero installati più di 14.000 dispositivi, al prezzo di 15 milioni di vecchie lire, per un giro d'affari di circa 200 miliardi. La Procura della Repubblica di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio di 54 persone. Otto di loro devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. I restanti coimputati sono accusati di truffa. Le indagini della magistratura romagnola presero il via anche dopo una serie di servizi di 'Striscia la notizia'; Eusebi e Ferrara finirono in carcere l'8 ottobre 2002 per circa tre mesi e mezzo (più altri due mesi agli arresti domiciliari). A fine ottobre 2003 la Guardia di Finanza sequestrò, su ordine del Gip, tutti gli immobili e le auto riconducibili alla Tucker, per un valore stimato in oltre due milioni e mezzo di euro. (Ansa, 9 febbraio 2007).

Ritornando al processo, il il Gip, rigettate le opposizioni, ha aggiornato l'udienza all'
8 marzo 2007 e ha stilato il seguente calendario di udienze

23 marzo ‘07
05 e 20 aprile ‘07
17 e 24 maggio ‘07
01, 15 e 22 giugno ‘07
05 e 12 luglio ‘07






°°°

Anche per questo processo (dopo Parmalat, Bipop e Cirio), per costituirsi parte civile è sufficiente mettersi in contatto con la Vicepresidenza Adusbef collegandosi al sito www.studiotanza.it, oppure scrivendo a adusbef@studiotanza.it, oppure telefonando al 0836.566094 o 0836.562035 o mandando un fax al 0836.631656.

COME CI SI COSTITUISCE PARTE CIVILE NEL PROCESSO TUCKER, AL FINE DI OTTENERE LA RESTITUZIONE DEL MALTOLTO?
Con la costituzione di parte civile i risparmiatori avranno una occasione in più per tentare di rivalersi nei confronti di coloro per i quali la Procura della Repubblica di Rimini ha contestato gravissimi reati.
A partire, quindi, dal 15 dicembre 2005 ADUSBEF curerà la raccolta e la stesura dei documenti necessari.
La procedura è semplice e agli associati ed anche particolarmente economica.
Verrà infatti richiesto un contributo per le spese, molto basso.
Per partecipare all'iniziativa, portata avanti dall'Avv. Antonio TANZA, Vice Presidente di ADUSBEF, è sufficiente mettersi in contatto con la Vicepresidenza Adusbef collegandosi al sito www.studiotanza.it, oppure scrivendo a adusbef@studiotanza.it, oppure telefonando al 0836.566094 o 0836.562035 o mandando un fax al 0836.631656.
Ci necessita acquisire: 1) Fotocopia della Vs carta d'identità; 2) fotocopia del codice fiscale; 3) fotocopia dei versamenti e documenti Tucker; 4) procura alle liti (di cui Vi forniremo modello).
La costituzione è semplice e non è il caso di farsi prendere dal panico, ma è saggio operaresenza perdere tempo.
Per costituirsi parte civile e' necessario rivolgersi ad un avvocato penalista.
Adusbef ha predisposto un pool di avvocati che possono svolgere questa azione legale nel migliore dei modi possibili. Chi ha un proprio avvocato di fiducia puo' tranquillamente rivolgersi a lui.
Coloro che invece preferiscono affidarsi ai professionisti che collaborano con l'Adusbef possono farlo scrivendo una email a: adusbef@studiotanza.it indicando le proprie generalita' e gli verra' inviata una email con tutti i dettagli per svolgere l'azione.
Anche in questa occasione Adusbef agisce coerentemente con il proprio scopo che e', in primo luogo, quello di fornire tutte le informazioni utili per esercitare in prima persona i propri diritti e non quello di sostituirsi agli utenti e/o al lavoro dei liberi professionisti.
Quanto costa.
I legali che collaborano con Adusbef sono professionisti che concordano con lo spirito dell'associazione, consci degli aspetti sociali della loro professione, e quindi si impegnano nel mantenere le proprie tariffe ai livelli piu' bassi possibili, compatibilmente con i minimi tariffari imposti dalla legge. Il costo a persona dipendera' anche dal numero di adesioni.
E' nostra intenzione, comunque, fare in modo che il costo di questa operazione sia del tutto trascurabile e accessibile, quindi, anche a coloro che hanno investito cifre molto piccole.
Come aderire.
E' sufficiente inviare una e-mail all'indirizzo: adusbef@studiotanza.it: avente per oggetto "richiesta costituzione parte civile nel processo Tucker" e nel corpo del messaggio indicare: le proprie generalita', i riferimenti telefonici per essere contattati, la quantita' di denaro erogato per l'affare del Tubo miracoloso.
Le comunicazioni nei confronti degli aderenti avverranno, ove possibile, a mezzo posta elettronica o fax, per velocizzare tutte le procedure.
Lecce - Roma Il Vicepresidente Nazionale Adusbef
Avv. Antonio TANZA


Tucker: istruzioni per difendersi dal tubo miracoloso
(dell’Avv. Antonio TANZA)


Da molto tempo Adusbef, grazie ai suoi iscritti ed ai cittadini che numerosissimi hanno segnalato il problema, ha segnalato alle Autorità competenti le anomalie, contrattuali e non, degli organizzatori e promotori del tubo miracoloso. In verità, come è emerso anche da recenti pubblicazioni, ad oggi non esistono economiche tecnologie che permettano un risparmio pari al 30 % - 55% dei combustibili utilizzati dalle caldaie domestiche e industriali. Come è, oramai, di pubblico dominio (a seguito della pressanti rassegne stampa sull’argomento) la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini ha inviato diversi avvisi di garanzia (ipotizzando il reato di truffa, associazione a delinquere, appropriazione indebita e lesioni personali) e si è, perfino, giunti all'arresto dei responsabili della Tucker Spa. A questo provvidenziale risultato si è pervenuti grazie all’attività della Magistratura e delle forze dell’ordine attivate dalle numerose segnalazioni presentate da parte degli acquirenti del tubo sia alla Procura della Repubblica che alle associazioni consumatori. Le associazioni dei consumatori hanno chiesto un incontro col P.M. incaricato, dott.ssa Francesca Zavaglia della Procura di Rimini per contribuire allo svolgimento delle indagini.

La vicenda è nota a tutti: Tucker S.p.A. illustrando ed esaltando le doti di risparmio energetico ad un particolare tubo di sua produzione dimostrava la valenza dello stesso avvalendosi di una serie di verosimili certificazioni ed induceva numerosissimi soggetti, organizzandoli secondo una specie di “Catena di Sant’Antonio”, non solo ad acquistare il tubo ma a rendersi promotori della vendita dello stesso, dietro la promessa di lauti compensi. L’amara verità è stata svelata dalla stampa di questi giorni: il tubo sembrerebbe non avere le caratteristiche promesse e non fa risparmiare sulla bolletta.

Ma, cosa fare se si è diventati clienti Tucker?

Agli ACQUIRENTI del tubo Tucker, Adusbef consiglia di:

a) presentare un’esposto alle Autorità competenti evidenziando il proprio caso personale (ovviamente ADUSBEF Onlus è a disposizione per la redazione del documento);

b) chiedere con raccomandata a/r diretta alla Tucker Spa ed al venditore incaricato la risoluzione del contratto e la restituzione delle somme versate, secondo il fac simile che si allega di seguito.

Ai VENDITORI, in buona fede, del tubo Tucker, Adusbef consiglia (al di là della presentazione dell’esposto) di chiedere con raccomandata a/r diretta alla Tucker Spa la risoluzione del contratto di franchising e la restituzione delle somme versate, per aver stipulato un contratto di multi level marketing (“Catena di S. Antonio”), simulato da contratto di franchising.



Ai consumatori vittime di operatori senza scrupoli, attualmente in Italia non viene concessa alcuna difesa, in caso di sopruso, per la totale carenza di regolamentazione riguardo le vendite piramidali, al contrario invece del resto d’Europa (in Belgio, Danimarca, Francia, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Regno Unito) dove esiste una legge o vi sono state decisioni della magistratura (in Austria e Germania) che vietano le vendite piramidali quando queste si configurino in modo poco trasparente, ingannevole, e con assenze di diritti fondamentali per i consumatori come quello di recesso o di recupero dei capitali versati una volta usciti dal sistema. Nuove regole e sanzioni si attendono sul piano legislativo. Una direttiva in merito è in fase di ultimazione, mentre una proposta di legge sulla regolamentazione delle vendite dirette è all’esame del Parlamento.

Le dimensioni del fenomeno Tucker ha raggiunto dimensioni drammatiche poiché lo pseudo - franchising ha assunto natura di contratto “di massa”, ovvero la proposta della sua sottoscrizione è stata rivolta ad un numero potenzialmente illimitato di aspiranti (pseudo) franchisees attraverso massicce campagne pubblicitarie. Nel caso in esame ogni “rivenditore” deve, oltre che vendere prodotti, cooptare all’interno della rete nuovi rivenditori, partecipando quindi di una parte dei proventi delle vendite da questi effettuate, o beneficiando di uno sconto proporzionale in occasione dei suoi futuri approvvigionamenti per la vendita presso il fornitore. Questo meccanismo di distribuzione, apparentemente efficiente, è invece destinato al quasi immediato fallimento: la tendenziale trasformazione in rivenditore di ciascuno dei clienti di ogni venditore (visto l’alto prezzo dei beni usualmente distribuiti con questo sistema), generalmente reclutati tra parenti, amici e conoscenti riduce progressivamente, sino all’esaurimento, il bacino di clientela potenziale a disposizione di ogni venditore. Una inedita sentenza del Tribunale di Firenze del 1986 ha già reso giustizia in un caso molto simile a quello in esame una larga sfera di utenti abbindolati con promesse irrealizzabili.

Ogni singolo cittadino può attivarsi per l'eventuale risarcimento dei danni: a questo scopo ADUSBEF Onlus mette a disposizione le sue strutture legali per le consulenze e chiunque può mandare materiale oltre agli indirizzi citati nel fac simile di lettera, oppure e – mail o mettendosi in contatto con i telefoni indicati nei siti www.adusbef.it o www.studiotanza.it

Raccoglieremo le vostre storie e tuteleremo i vostri diritti nelle varie sedi al fine di recuperare il maltolto.

Lecce – Roma, 20 ottobre 2002 Il Vicepresidente Adusbef

LETTERA DA INVIARE


Spett.le Tucker S.p.a.

Via del Commercio, 9

47838 Riccione (RN)



Spett.le Master Communication Srl

via dell'Economia, 4

47838 Riccione (RN)



Spett.le ADUSBEF Onlus

Sede Centrale

Via Farini, 62

00185 ROMA



Spett.le ADUSBEF Onlus

Vicepresidenza (studioTanza)

C.so Porta Luce, 20

73013 Galatina (Le)





OGGETTO: Annullamento contratto di pseudo-frachising e richiesta restituzione somme con il risarcimento dei danni.



Il sottoscritto (nome e cognome) ____________________________, nato a ___________ il __/___/____, residente in __________ alla via _____________, n. ______, nella espressa qualità di (acquirente o venditore o acquirente/venditore del tubo Tucker S.p.a.), rappresentato da ADUSBEF ONLUS, nella persona del Presidente Dott. ELIO LANNUTTI, essendo venuto a conoscenza, da alcuni articoli pubblicati su alcuni giornali e da servizi giornalistici trasmessi sulle maggiori emittenti televisive nazionali, di essere stato vittima di promesse mirabolanti che hanno viziato il proprio consenso

Invita e diffida

le Vs. aziende ad annullare il contratto sottoscritto in data __/____/200_, poichè viziato da dolo (1427 c.c.) e, per l’effetto, a restituire tutte le somme corrisposte, che si quantificano nella somma di Euro ____.____,__, oltre agli interessi legali maturati e maturandi, oltre ulteriori danni che si andranno a quantificare.

Delega a tutelare i propri interessi l’associazione di consumatori ADUSBEF onlus, a cui è iscritto, ed alla quale invia, presso le sedi sopra indicate, copia di tutti i documenti in proprio possesso ed elenco dei nominativi con i quali ha avuto contatti, oltre ad una riservata”storia” della vicenda.

_______, __/___/200_ (firma) _________________


Questo sito è di proprietà dello Studio Legale TANZA | antonio.tanza@gmail.com

Torna ai contenuti | Torna al menu