Avv. Antonio Tanza - Vicepresidente ADUSBEF


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Rassegna stampa

Caso MyWay/ForYou

RASSEGNA STAMPA BANCA 121: l'ultimo scandalo ......

Lecce, 22 dicembre 2003 - ore 11,20 - Inchiesta della Procura di Trani sulla ex Banca 121 S.p.A. (ora Banca MPS Spa) per truffa aggravata. Il Sostituto procuratore della Procura di Trani, Dott. Antonio Savasta, ha ordinato alla Guardia di Finanza di sequestrare non meglio specificati "prodotti finanziari emessi dalla ex banca 121 Spa, ipotizzando danni per migliaia di famiglie di risparmiatori. Si tratta di numerosi prodotti strutturati in scadenza il prossimo mese di gennaio. L'andamente del titolo Mps alla Borsa, dopo una partenza difficile come tutti i bancari per le conseguenze della vicenda Parmalat, perdeva circa l'uno per cento.

La Procura della Repubblica di Trani, infatti, nel marzo di quest’anno, aveva aperto un'inchiesta sul caso dei prodotti finanziari di Banca 121. Nella cassaforte del p.m. Antonio Savasta è continuato a crescere un faldone, nato con 3 sole denunce, ma col tempo divenute centinaia. Al di là dei casi denunciati, il «GICO» della Guardia di Finanza di Bari, su delega del magistrato inquirente, ha passato al setaccio le posizioni di numerosi investitori. Tre i prodotti finanziari sotto accusa. La Procura tranese ha puntato l'indice su «Bot Reverse», «CTZ Reverse» e «BTP TEL», quest'ultimo legato alle sorti azionarie di titoli telefonici sulle Borse di Milano, Parigi ed Amsterdam. Sinora nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di alcuni promotori finanziari e responsabili di filiale di Trani, Bisceglie e Barletta. I fatti contestati si riferiscono al biennio 2000/02. Il pm Savasta ipotizzava il reato di concorso in truffa aggravata.

OGGI, 23 dicembre 2003, tra gli indagati c' e' anche Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121 e, dal maggio scorso, componente del comitato esecutivo di Mps. Tra gli indagati figura anche l'allora direttore delle vendite dell' ex Banca 121, Giuseppe Pacileo. Nei confronti delle persone sottoposte ad indagini militari del Gico di Bari stanno ultimando in queste ore le notifiche di avvisi di garanzia. A quanto si e' saputo, al momento della vendita di Banca 121 a Mps, dai documenti prodotti dalla banca pugliese emergeva che la stessa aveva un Return on equity (Roe) altissimo, pari a circa il 20%, contro l' 8% che registravano, tra il 1999 e il 2000, alcune tra le piu' importanti banche italiane. Il Roe e' il grado di redditivita' del capitale proprio ed e' il quoziente di massima sintesi della performance aziendale. Per far innalzare il Roe, e quindi il valore sul mercato della banca, i vertici della Banca 121 - ritiene di aver accertato il Gico - avrebbero rivolto anche minacce ai dipendenti dell' istituto di credito ai quali avrebbero impartito l' ordine perentorio di vendere in massa i prodotti finanziari finiti oggi sotto sequestro (ansa).

Tre prodotti finanziari nell'occhio del ciclone, oltre 2.500 persone probabilmente truffate solo nel Nord barese, 54 milioni di euro in titoli di Stato e conti correnti sequestrati e 23 dirigenti centrali e locali indagati. Sono i tratti della bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla ex Banca 121, ora acquisita dal Monte Paschi di Siena, i cui dirigenti sono accusati di truffa aggravata e continuata per avere ingannato migliaia di clienti in tutta Italia vendendo loro prodotti finanziari che venivano presentati come sicuri, con nomi che richiamavano tipologie di Stato come i buoni o certificati del tesoro e che invece sicuri non erano affatto. Tra gli indagati figurano anche l'ex direttore generale della banca del Salento e del Mps, Vincenzo De Bustis Figarola, ora amministratore delegato della «Deutsche Bank» in Italia, e Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121 e, dal maggio scorso, componente del comitato esecutivo di Mps. I prodotti in questione chiamati Btp-Tel, Btp-Index e Btp-online sono stati venduti dal 1999 al 2001 e, secondo la procura di Trani e i militari del Gico della Guardia di Finanza che ha condotto l'indagine, la loro vendita fu promossa in modo massiccio anche attraverso minacce ai dipendenti obbligati a raggiungere budget di vendita fissati dalla direzione, per fare innalzare il Roe e rendere la banca più «appetibile», nel momento in cui si trattava con il Gruppo Montepaschi per l'acquisizione dell'istituto di credito salentino. La manovra riuscì, tanto che nel febbraio 2000 la Banca del Salento (poi Banca 121) entrò nel gruppo Monte Paschi che, considerandola una banca molto appetibile con una enorme liquidità, la pagò 2.500 miliardi di lire. Gli inquirenti ritengono che le 2.500 persone truffate nei comuni del Nord barese su cui ha competenza la procura di Trani non rappresentino che il 10% dell'intero ammontare nazionale. Il valore complessivo del portafogli della Banca 121 per questo prodotto dovrebbe aggirarsi intorno ai mille miliardi di lire. Secondo gli investigatori, i promotori finanziari (spesso scelti tra persone che non avevano grandi competenze giuridiche) venivano indotti dalla stessa Banca a presentare in modo equivoco i prodotti in modo tale che i clienti fossero indotti a ritenerli sicuri. La ex Banca 121 era già stata oggetto di polemiche e delle proteste dei clienti per i prodotti finanziari My Way e 4 You, venduti come piani d'investimento a 90 mila clienti per un importo di 2 miliardi di euro, ma ritenuti dalle associazioni dei consumatori una sorta di mutui mascherati. De Bustis si è detto «sereno», avvertendo di non aver ancora ricevuto alcun avviso di garanzia. Il Monte dei Paschi di Siena ha rimarcato che i prodotti sotto accusa non sono stati ideati, né collocati dalla banca. L'istituto di Rocca Salimbeni «si riserva di tutelare i propri interessi nelle competenti e opportune sedi». (Gazzetta del Sud)

Gli avvisi di garanzia erano nell’aria da tempo per il vertice di Banca 121, l’istituto di credito pugliese che a metà degli anni ’90 aveva conquistato l’attenzione nazionale grazie allo sviluppo dell’home banking e alle patinate campagne pubblicitarie affidate a Sharon Stone. Un boom che aveva convinto il Monte dei Paschi di Siena ad acquistare la banca del Salento, guidata da un direttore generale, Vincenzo De Bustis, che in breve aveva conquistato la vetta dello stesso istituto Toscano. Per De Bustis, licenziato dal Monte dopo lo scandalo dei piani d’investimento My Way e 4 You (che si erano rivelati un bidone per 90 mila acquirenti) e diventato successivamente amministratore delegato della Deutsche Bank in Italia, adesso è arrivata l’accusa di truffa aggravata da parte della magistratura di Trani. L’indagine coinvolge altre 22 persone, ta cui Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121 e, dal maggio scorso, componente del comitato esecutivo di Mps. Per raggiungere i risultati di crescita a due zeri, la banca avrebbe piazzato sul mercato una serie di prodotti finanziari molto rischiosi, facendo credere a migliaia di clienti che l’investimento non prevedeva la possibilità di perdere il capitale investito. Al termine dell’investimento (vale a dire il prossimo 31 dicembre per il prodotto denominato Btp-Tel, il primo agosto del 2004 per il Btp-Index e il primo luglio del 2006 per il Btp On line) l’unica variabile per i clienti doveva essere l’eventuale guadagno sugli interessi, fermo restando che il capitale doveva rimanere intatto. Ma in realtà i prodotti commercializzati esponevano i sottoscrittori al rischio di operazioni azionarie effettuate dalla banca, con risultati gravissimi per alcuni clienti che hanno perso fino a 500 mila euro. Inotre, i prodotti di Banca 121, che secondo l’accusa sarebbero ingannevoli anche nella denominazione (il Btp si confonde con il più comune buono del tesoro poliennale), sarebbero stati venduti con pressioni illecite sugli stessi promotori finanziari dell’istituto. De Bustis, saputa la notizia, ha detto di essere sereno e di confidare nel lavoro della magistratura. Lo stesso augurio che si sono fatti migliaia di risparmiatori rimasti senza un centesimo. (Unione Sarda)

Non si placa il polverone sul mondo del risparmio italiano che da ieri vede un nuovo caso sotto la lente della magistratura. Sul registro degli indagati questa volta, insieme ad altre 21 persone, ci sarebbero l’ex direttore generale di Banca del Salento e del Monte dei Paschi di Siena, Vincenzo De Bustis, ora amministratore delegato di Deutsche Bank, e Lorenzo Gorgoni, ex presidente della banca pugliese e attuale componente del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo dell’istituto di Rocca Salimbeni. La Procura di Trani ha fatto sapere di aver messo sotto la lente tre prodotti collocati dopo il ’99 durante l’era De Bustis dalla Banca del Salento, poi divenuta durante il boom della new economy Banca 121 e infine entrata nella sfera Mps. Il reato ipotizzato dal sostituto procuratore di Trani, Antonio Savasta, sarebbe truffa aggravata a danno di 2.500 consumatori che avrebbero nel portafoglio titoli per circa 54 milioni di euro: le prime scadenze sono previste per il prossimo 31 dicembre. Il caso si unisce così alle indagini già in corso sul crac Cirio e sul dissesto Parmalat. Si tratta di prodotti derivati altamente speculativi, detti reverse convertible , che sono stati collocati «ad ignari risparmiatori - secondo la Procura pugliese - sotto l’apparenza di tranquilli titoli di Stato». Sotto accusa ci sarebbe il nome scelto per commercializzare i prodotti che andava da Bot-reverse a Btp-tel. Ieri la Guardia di Finanza ha sequestrato i titoli in scadenza nel 2004 e 2006. Vincenzo De Bustis, raggiunto al telefono, ha fatto sapere di non aver ancora ricevuto nessuna notifica. In ogni caso, ha specificato, «quando ho lasciato la banca a metà del 2000 i prodotti a quanto mi dicono erano in utile. Inoltre, venivano commercializzati da molte altre banche». La linea del magistrato nelle indagini sarebbe quella di dimostrare una spinta propulsiva data alla piccola banca pugliese, grazie alla massiccia vendita dei prodotti finanziari, per gonfiare il prezzo di acquisto da parte del Monte Paschi. La liquidità acquisita, sempre secondo il magistrato, sarebbe stata utilizzata per mostrare una redditività molto alta, al di sopra degli standard delle altre banche. Mps, che ieri ha perso in Borsa oltre il 5%, ha precisato che i prodotti sotto accusa «sono stati ideati prima dell’acquisizione da parte di Mps del controllo della ex Banca 121». La stessa banca insieme a Mps era già finita sotto i riflettori qualche mese fa per i discussi prodotti MyWay/ForYou poi ritirati e i cui sottoscrittori stanno trattando con l’istituto le eventuali transazioni caso per caso. msideri@corriere.it

L' ex direttore generale della banca del Salento e del Mps, Vincenzo De Bustis, ora amministratore delegato della Deutsche Bank in Italia, è tra le 23 persone indagate per truffa aggravata nell'indagine che oggi ha indotto la procura della Repubblica di Trani a far sequestrare dal Gico della Guardia di finanza prodotti finanziari dell'ex Banca 121. Lo riferisce un ufficiale della Guardia di finanza, aggiungendo che gli avvisi di garanzia sono in via di notifica. Tra gli indagati c'è anche Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121 e, dal maggio scorso, componente del cda e del comitato esecutivo di Mps. In un comunicato diffuso questa sera, la Banca Monte dei Paschi di Siena "precisa che i prodotti della specie sono stati ideati prima dell'acquisizione da parte di BMPS del controllo della suddetta ex Banca 121 Spa e collocati da quest'ultima". Il sostituto procuratore di Trani Antonio Savasta ha ipotizzato il reato di "truffa aggravata a danno dei consumatori" che riguarda titoli per un valor complessivo di 54 milioni di euro riconducibili a 2.500 persone, tutti clienti della Banca 121, istituto di credito del Salento acquistato dal Monte dei Paschi. Le conclusioni investigative sulla reale natura dei prodotti finanziari hanno ricevuto conferma anche dalla Consob, dice un comunicato della procura di Trani. Secondo l'ipotesi investigativa i clienti della banca "sono vittime di condotte truffaldine da parte dei responsabili centrali e locali dell'ex Banca 121 e sono tutti sottoscrittori dei contratti Btp-Tel , Bpt-Index e Btp-Online presso agenzie di paesi della provincia di Bari". I titoli sequestrati stamattina dai militari della Guardia di Finanza di Bari sono in scadenza, ad agosto 2004 (una parte) e a luglio 2006. "Il sequestro preventivo vuole tutelare il capitale investito dai risparmiatori, evitando che esso alla scadenza contrattuale venga fortemente eroso dall'applicazione della clausole contrattuali truffaldine in favore della banca promotrice", spiegano gli inquirenti nella nota Secondo la Procura di Trani "la truffa consisteva nel vendere ad ignari risparmiatori prodotti finanziari altamente speculativi sotto l'apparenza di tranquilli titoli di Stato". "I prodotti venduti assumendo denominazioni fuorvianti quali btp-tel, bot-reverse, ctz-reverse, bot-equity, tutte denominazioni richiamanti tipologie di titoli di stato (buoni del Tesoro, certificati del Tesoro) sono in realtà vere e proprio obbligazioni strutturate collegate a un contratto di vendita di option put il cui valore è basato su vari panieri di azioni o indici azionari, di diverse borse mondiali, prodotti, quindi, ricadenti nella casistica di strumenti derivati". (Reuters)

Ex Banca 121 (Mps) finisce nel mirino della magistratura Sequestrati all'ex Banca 121 prodotti finanziari per 54 milioni di euro. Indagati 23 dirigenti: nei confronti di tutti si ipotizza il reato di truffa aggravata e continuata. Tra questi l' ex direttore generale della banca del Salento e del Mps, Vincenzo De Bustis Figarola, ora amministratore delegato della Deutsche Bank in Italia. Milano. Tre prodotti finanziari nell' occhio del ciclone, oltre 2.500 persone probabilmente truffate solo nel Nord barese, 54 milioni di euro in titoli di Stato e conti correnti sequestrati e 23 dirigenti centrali e locali indagati. Sono i tratti della bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla ex Banca 121, ora acquisita dal Monte Paschi di Siena, i cui dirigenti sono accusati di truffa aggravata e continuata per avere ingannato migliaia di clienti in tutta Italia vendendo loro prodotti finanziari che venivano presentati come sicuri, con nomi che richiamavano tipologie di Stato come i buoni o i certificati del tesoro e che invece sicuri non erano affatto. Tra gli indagati figurano anche l' ex direttore generale della banca del Salento e del Mps, Vincenzo De Bustis Figarola, ora amministratore delegato della Deutsche Bank in Italia, e Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121 e, dal maggio scorso, componente del comitato esecutivo di Mps. I prodotti in questione chiamati Btp-Tel, Btp-Index e Btp-online sono stati venduti dal 1999 al 2001 e, secondo la procura di Trani e i militari del Gico della Guardia di Finanza che ha condotto l' indagine, la loro vendita fu promossa in modo massiccio anche attraverso minacce ai dipendenti obbligati a raggiungere budget di vendita fissati dalla direzione, per fare innalzare il Roe e rendere la banca più "appetibile", nel momento in cui si trattava con il Gruppo Montepaschi per l' acquisizione dell' istituto di credito salentino. La manovra riuscì, tanto che nel febbraio 2000 la Banca del Salento (poi Banca 121) entrò nel gruppo Monte Paschi che, considerandola una banca molto appetibile con una enorme liquidità, la pagò 2.500 miliardi di lire. Gli inquirenti ritengono che le 2.500 persone truffate nei comuni del Nord barese su cui ha competenza la procura di Trani non rappresentino che il 10 per cento dell' intero ammontare nazionale. Il valore complessivo del portafogli della Banca 121 per questo prodotto dovrebbe aggirarsi intorno ai mille miliardi di lire. Secondo gli investigatori, i promotori finanziari (spesso scelti tra persone che non avevano grandi competenze giuridiche) venivano indotti dalla stessa Banca a presentare in modo equivoco i prodotti in modo tale che i clienti fossero indotti a ritenerli sicuri. I prodotti commercializzati apparivano già ingannevoli nel nome: i Btp, infatti, sono Buoni del tesoro pluriennali. I clienti erano tratti in errore proprio sul concetto generale dell' operazione finanziaria poichè si faceva riferimento ad un titolo certo e sicuro. Il prodotto della ex Banca 121, invece, prevedeva che gli investimenti sul buono del Tesoro non dovessero essere fatti per il cliente ma per garantire l' operazione finanziaria che la banca andava a fare in borsa. Quando il cliente alla data del primo gennaio prossimo avrebbe chiesto l' estratto conto e la banca avrebbe esercitato la cosiddetta 'opzione put' il risparmiatore non avrebbe potuto più chiedere indietro i buoni poichè su quelli si sarebbe rivalsa la banca per contratto. "Praticamente - secondo il pm Antonio Savasta - il rischio dell' operazione finanziaria è stato fatto ricadere interamente sul cliente". La ex Banca 121 era già stata oggetto di polemiche e delle proteste dei clienti per i prodotti finanziari My Way e 4 You, venduti come piani d'investimento a 90mila clienti per un importo di 2 miliardi di euro, ma ritenuti dalle associazioni dei consumatori una sorta di mutui mascherati. L' uscita, nel marzo 2003, di Vincenzo De Bustis dal gruppo Monte Paschi fu in molti ambienti legata proprio all' esplodere di queste polemiche, anche se lo stesso ex direttore generale, e la banca, difesero la liceità dei prodotti. A proposito dei prodotti al centro delle indagini, De Bustis ha specificato che "si tratta, per quanto risulterebbe da notizie che si vanno diffondendo, di strumenti finanziari cosiddetti reverse convertible adottati da tutte le banche in questi anni e presenti sul mercato in quantitativi rilevanti" e sui quali "occorrerebbe semmai una riflessione di tutto il sistema bancario". De Bustis si è detto "sereno", avvertendo di non aver ancora ricevuto alcun avviso di garanzia. Il Monte dei Paschi di Siena ha rimarcato che i prodotti sotto accusa non sono stati ideati, nè collocati dalla banca. L'istituto di Rocca Salimbeni "si riserva di tutelare i propri interessi nelle competenti e opportune sedi".

I sindacati del Monte dei Paschi "fare chiarezza su Banca 121 "

“Riteniamo indispensabile fare definitiva chiarezza su tutto l'affare Banca del Salento, a partire dalle circostanze che hanno portato all'acquisto della stessa, per comprendere se, insieme ai clienti, non sia stato truffato anche il Monte dei Paschi di Siena, per alchimie che potrebbero aver modificato artificiosamente il valore di quell'azienda». A sostenerlo sono i sindacati della banca senese, i quali sostengono che ciò che è accaduto per iniziativa della Procura della Repubblica di Trani «rappresenta un atto gravissimo che vede ancora una volta protagonista, suo malgrado, la Banca Mps». Dopo essersi augurati che la magistratura svolga il suo compito «e si giunga celermente all'individuazione di responsabilità chiare e definitive», i sindacati sottolineano che «sarebbe opportuno, per gli interessi della banca, che i soggetti coinvolti si autosospendessero in attesa dei risultati delle indagini». Sul piede di guerra anche le associazioni dei risparmiatori che, attraverso il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti, hanno dichiarato: «Vengono al pettine, seppur con ritardo, tutti i nodi della finanza creativa, ossia quei prodotti truffaldini spesso ideati dalle banche per raggirare i risparmiatori e distruggere i loro risparmi traendo spesso vantaggio diretto». In una nota, a proposito delle vicende della Banca 121, si dice che tutto ciò avviene «mentre la distratta Banca d'Italia neppure impone il rispetto dei requisiti dell'onorabilità, tollerando che banchieri indagati per gravissimi reati, quali truffa, insider trading, aggiotaggio, associazione a delinquere, falso in bilancio, possano continuare indisturbati a gestire allegramente il sudato risparmio dei cittadini”

Unione Generale Lavoro CREDITO - 300 ESUBERI A LECCE IN BANCA 121 PF E MPS!

IN RELAZIONE ALL’INCHIESTA GIUDIZIARIA DENOMINATA “PACCO” CHE VEDE INDAGATI VINCENZO DE BUSTIS, LORENZO GORGONI E GIUSEPPE PACILEO L’UNIONE GENERALE DEL LAVORO (UGL) ESPRIME IL PROPRIO COMPIACIMENTO POICHE’ LE INNUMEREVOLI ED INDICIBILI VESSAZIONI SUBITE DA IMPIEGATI E PROMOTORI FINANZIARI DELLA EX BANCA 121, CHE DENUNCIA DA ANNI, SONO FINALMENTE FINITE SOTTO LA LENTE DELLA MAGISTRATURA. AUSPICHIAMO CHE IN FUTURO LA BANCA 121 PF ED IL MONTEPASCHI SI ESIMANO DALL’ASSUMERE SIMILI GRAVISSIMI ATTEGGIAMENTI. INOLTRE ATTENDIAMO A BREVE PRECISE RISPOSTE DALLA DIREZIONE GENERALE DEL GRUPPO IN MERITO ALLA PERMANENZA A LECCE DI CENTINAIA E CENTINAIA DI LAVORATORI IN SERVIZIO PRESSO LA BANCA 121 PF, LA BANCA MPS ED IL CONSORZIO OPERATIVO DI GRUPPO (DOPO CHE NUMEROSI DIPENDENTI SONO GIA’ STATI COSTRETTI AD EMIGRARE FUORI REGIONE, ALCUNI ADDIRITTURA A POCHI CHILOMETRI DAI VALICHI ALPINI, NEL CONSUETO GRAVISSIMO SILENZIO DELLE ALTRE ORGANIZZAZIONI SINDACALI!). IL DESTINO DI TALI LAVORATORI DOVREBBE INTERESSARE AL SINDACO DI LECCE, AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI LECCE, AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA COME A TUTTI I POLITICI SALENTINI CHE SINO AD OGGI NON SI SONO CONCRETAMENTE ASSUNTI LE PROPRIE RESPONSABILITA’, A COMINCIARE DA COLORO CHE IN PASSATO AVEVANO INCENSATO, A MEZZO STAMPA, L’OPERA DI DE BUSTIS! RICORDIAMO CHE LA “GESTIONE DE BUSTIS” HA COSTRETTO IL MONTE A DICHIARARE, PER LA PRIMA VOLTA IN OLTRE CINQUE SECOLI DI STORIA, BEN 1700 ESUBERI, DI CUI OLTRE 300 A LECCE. A QUESTA CIFRA SPAVENTOSA VANNO AGGIUNTI GLI EVENTUALI ESUBERI CHE POTREBBERO VERIFICARSI NELLE AZIENDE DELL’INDOTTO. LECCE, 23/12/03. WWW.UGLCREDITO.IT Banca 121 indagata per truffa

Accusa:investimenti rischiosi camuffati

Banca 121, la ex banca del Salento ora inglobata in Mps, ha realizzato una truffa da 54 milioni di euro, pari a 106 miliardi delle vecchie lire, effettuata con la vendite di prodotti finanziari "camuffati" da Titoli di Stato. E' quanto è emerso dalle inchieste svolte dalla Procura di Trani. Ad essere raggirati oltre 2.500 clienti dell'istitituto.


Tanti sono infatti i titoli sequestrati dagli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Bari, riconducibili appunto a circa 2.500 clienti della Banca 121 nel territorio del nord barese.

In realtà i clienti erano convinti di aver investito in sicuri Titoli di Stato. Invece i prodotti da loro acquistati erano veri e propri "strumenti derivati" altamente speculativi che venivano dissimulati all'interno di una contrattualistica, con una denominazione fuorviante che richiamava quella dei titoli di Stato come i Buoni e i Certificati del Tesoro. I prodotti sotto accusa infatti avevano le seguenti denominazioni: Bpt-Tel, Btp-Index e Btp-Online.

Così, i clienti che pensavano di avere titoli di stato con garanzia del capitale a scadenza, si sono trovati con un investimento ridotto in media del 65%.La Procura tiene a sottolineare che "le conclusioni investigative sulla reale natura di tali prodotti hanno ricevuto conferma anche dalla Consob, interpellata al riguardo, e dalle relazioni corpose di due consulenti tecnici nominati dalla Procura, scelti tra un ispettore designato dal Governatore della Banca d'Italia e un avvocato esperto della materia".Le indagini sono partite dopo una querela presentata da due clienti della filiale di Bisceglie (Bari) per presunte attivita' truffaldine svolte da alcuni funzionari sulla vendita di prodotti finanziari altamente speculativi sotto l'apparenza di tranquilli titoli di Stato. hanno portato nomi illustri come quello Vincenzo De Bustis (a.d. di Deutsche Bank ed ex d.g. di Banca del Salento e Mps) e Lorenzo Gorgoni, ex presidente della Banca 121 e attuale componente del CdA e del Comitato Esecutivo di Mps) ad essere iscritti nel registro degli indagati. TGCOM

IL TEMPO - Montepaschi, De Bustis indagato per truffa
L’ex direttore: «Sono sereno e confido in un approfondito e rapido lavoro della magistratura»

C’è anche Gorgoni fra i 23 inquisiti dalla procura di Trani nell’indagine sui prodotti finanziari emessi dall’ex Banca 121

L’EX direttore generale di Monte dei Paschi di Siena, Vincenzo De Bustis Figarola, attuale amministratore delegato della Deutsche Bank in Italia, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Trani per truffa aggravata. Tra gli indagati figurano anche Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121 e, dal maggio scorso, componente del comitato esecutivo di Mps e l'allora direttore delle vendite dell’ex Banca 121, Giuseppe Pacileo.
«Sono sereno e confido in un approfondito e rapido lavoro della magistratura - ha dichiarato De Bustis il quale, a proposito dei prodotti al centro delle indagini, ha precisato che «si tratta di strumenti finanziari cosiddetti reverse convertible adottati da tutte le banche in questi anni e presenti sul mercato in quantitativi rilevanti. Per cui occorrerebbe una riflessione di tutto il sistema bancario».
Dai documenti sequestrati nell'ex istituto salentino emerge che, al momento della vendita di Banca 121 a Mps, la banca pugliese aveva un Return on equity (Roe) altissimo, pari a circa il 20%, contro l'8% che registravano, tra il 1999 e il 2000, alcune tra le più importanti banche italiane. Il Roe è il grado di redditività del capitale proprio ed è il quoziente di massima sintesi della performance aziendale. Per far innalzare il Roe, e quindi il valore sul mercato della banca, i vertici della Banca 121 - ritiene di aver accertato il Gico - avrebbero rivolto anche minacce ai dipendenti dell’istituto di credito ai quali avrebbero impartito l’ordine perentorio di vendere in massa i prodotti finanziari finiti sotto sequestro.
Insomma, l'ipotesi degli investigatori tranesi è che l'operazione messa in atto dai dirigenti dell'ex Banca 121, sarebbe stata quella di «rendere più appetibile» l'istituto salentino nel momento in cui Mps era interessata all'acquisizione con il risultato di ingannare migliaia di inconsapevoli clienti. Il pubblico ministero inquirente, Antonio Savasta, ha parlato i con i giornalisti per spiegare alcune delle modalità del disegno. Al Mps - ha sottolineato Savasta - è stata prospettata una banca «attiva sul mercato, avendo piazzato a tutta la sua clientela questi prodotti particolari che le consentivano di ricevere immediatamente flussi di denaro e quindi plusvalenze»: la banca si proponeva ricca di liquidità avendo acquisito dal cliente il denaro per l'investimento. Questa liquidità è stata fatta apparire al Mps come plusvalenza.
L'operazione tra Rocca Salimbeni e la banca leccese si compì appunto tra il dicembre 1999 e il 2001. Nel febbraio 2000 la Banca del Salento entrò nel gruppo Monte Paschi. Il 1° giugno 2000 la Banca del Salento assunse il nuovo nome di Banca 121; nel luglio successivo furono nominati i componenti del Consiglio di amministrazione, fra cui numerosi dirigenti del gruppo Monte dei Paschi di Siena e dell’ex Banca del Salento. La Banca del Salento è stata la prima banca in Italia ad aver realizzato la strategia multicanale integrata: filiali, negozi finanziari, promotori finanziari e virtual banking.


martedì 23 dicembre 2003

Credito & Finanza

Ex-Banca 121 (Mps), indagato De Bustis

L'ex-direttore generale della Banca del Salento e di Mps, Vincenzo De Bustis Figarola, ora amministratore delegato di Deutsche Bank in Italia, è tra le 23 persone indagate per truffa aggravata nell'indagine che spinge la procura della Repubblica di Trani a far sequestrare dalla Guardia di Finanza prodotti finanziari dell'ex-Banca 121 (Btp-Tel, Btp-Index e Btp on-line). Tra gli indagati ci sono anche Lorenzo Gorgoni, ex-presidente di Banca 121 e componente del Comitato esecutivo di Mps e l'ex-direttore delle vendite, Giuseppe Pacileo. Al momento della vendita a Mps, Banca 121 presenta una redditività altissima, circa il 20 per cento contro l'8 medio del settore bancario nel 2000. Per innalzare il valore dell’istituto, i vertici di Banca 121, secondo la GdF, avrebbero addirittura minacciato i dipendenti, imponendo loro di vendere in massa i prodotti finanziari finiti ieri sotto sequestro



Truffa aggravata e continuata ai danni dei consumatori. E' l'ipotesi di reato formulata dal sostituto procuratore di Trani, Antonio Savasta, nei confronti di 23 persone, dirigenti centrali e locali della ex Banca 121, poi assorbita dal Monte dei Paschi. Le persone truffate sarebbero almeno 2500, clienti della banca, che avrebbero sottoscritto, a loro insaputa, titoli diversi da quelli concordati con i promotori finanziari. I prodotti sui quali s'indaga sono Btptel, Btpindex e Btponline, per un valore complessivo di 54 milioni di euro. I prodotti sequestrati sarebbero, spiega la Procura, «vere e proprie obbligazioni strutturate, collegate ad un contratto di vendita di opzioni Put, il cui valore è basato su vari panieri di azioni o indici azionari internazionali». In gergo tecnico vengono definiti «strumenti derivati», che ai clienti sarebbero stati presentati con nomi che richiamavano titoli di stato o certificati del tesoro. L'operazione sarebbe stata messa in atto per rendere più appetibile la banca, in un momento nel quale i dirigenti trattavano col Gruppo Montepaschi per l'acquisizione dell'istituto di credito salentino. "Al Mps-ha spiegato il pm Savasta- è stata prospettata una banca attiva sul mercato, ricca di liquidità, avendo acquisito dal cliente il denaro per l'investimento. Liquidità fatta apparire come plusvalenza al Monte Paschi che ha così ritenuto appetibile l'istituto". L'operazione, avvenuta nel febbraio 2000, comportò per Mps un esborso di 2500 miliardi delle vecchie lire. Si ipotizza che la truffa sia ben più ampia e coinvolga il resto della clientela della ex Banca 121 (Sole 24 ore del 28 dic. 2003)

ADUSBEF aveva già da tempo individuato questi prodotti; riproponiamo un' ancora attuale intervista rilasciata dal Vicepresidente Adusbef:

Il Sole 24 Ore di domenica 11 maggio 2003

MY Way? Può essere la punta dell’iceberg

Federica PEZZATTI intervista l’avv. Antonio TANZA – Vicepresidente di ADUSBEF

ANTONIO TANZA “Per la vicenda Mps si prospetta un accordo con i clienti. Ma ci sono molti altri casi di investitori in forte perdita per via di bond strutturati venduti come titoli di stato”

“Ci saranno altri casi MY WAY e 4YOU. Accanto a questi contratti capestro c’è una miriade di altri strumenti che diventeranno famosissimi”. A dirlo è Antonio TANZA, avvocato che sta seguendo circa 3mila clienti del Monte dei Paschi e che si occupa anche dei bond Argentina e Cirio. I nomi delle nuove pietre dello scandalo: Visione Europa, 121 Performance, ma soprattutto BTp Tel-index, BTp Option ondine, BoT Strike 2001 o CTz Action 2001. La quasi omonimia con i titoli di stato non è ovviamente causale ma voluta, sostiene Tanza, che è anche vicepresidente dell’Adusbef, per attirare la popolazione dei Bot people. Insomma il bubbone deve ancora scoppiare. E l’accusa in questo caso potrebbe essere quella di truffa contrattuale. La procura di Trani ha già cominciato a fare degli accertamenti. Avvocato Tanza, come si può difendere chi ha fatto cattivi affari? Noi attualmente per quanto riguarda My Way stiamo puntando in alcuni casi sulla possibile annullabilità del contratto per errore nella forma del consenso, talvolta associato a dolo, e richiediamo il ripristino delle posizioni e la restituzione delle rate versate con interessi legali. Attualmente abbiamo già inviato 20 atti di citazione per circa 120 clienti. Poi ci sono situazioni in cui si possono rilevare violazioni del Testo Unico della Finanza in particolare degli articoli che vanno dal 21 al 26 relativi alla contrattualistica e alla possibilità di effettuare scelte consapevoli. Ci sono anche delle transazioni in corso con il Monte dei Paschi di Siena e l’Adusbef sta partecipando agli incontri … Stiamo trattando una bozza di accordo che contiene tre tipologie di casi. A seconda della situazione i clienti che si rivolgeranno a una delle associazioni che aderiscono all’intesa, otterranno il rimborso totale o parziale. Ma ciò non toglie che nel contempo si continuino a preparare eventuali azioni legali. E i casi Cirio e Argentina come li state affrontando? Anche in questi frangenti ci appelliamo alla responsabilità delle banche che hanno venduto il prodotto, o forse sarebbe meglio dire che hanno scaricato le obbligazioni nei portafogli dei risparmiatori. In particolare riteniamo che, oltre ad eventuali vizi contrattuali, gli intermediari abbiano una responsabilità professionale e deontologica.



Da Famiglia Cristiana n. 51 del 28 dicembre 2003 vedi In edicola ... clicca

Mps puntualizza: prodotti non ideati né collocati da noi, ma da Banca 121 Spa

ROMA L'indagine aperta dalla procura di Trani su alcuni prodotti finanziari della ex Banca 121 riguarda prodotti che sono stati ideati «prima dell'acquisizione» da parte del Monte dei Paschi di Siena dell'ex Banca del Salento e collocati da quest'ultima. Lo precisa, in una nota diffusa in serata, l'istituto di Rocca Salimbeni, precisando che «questi prodotti sono entrati nella sfera di competenza di Bmps a seguito delle operazioni di acquisizione di ramo di azienda e di successiva fusione per incorporazione dell'ex Banca 121 S.p.A. nella stessa Bmps, con conseguente scorporo dell'attuale Banca 121». Per quanto riguarda i reclami presentati relativamente a tali prodotti, prosegue la nota, «la loro gestione è avvenuta ed avviene secondo la logica del "caso per caso" ed anche nell'ambito della nota procedura di conciliazione avviata da tempo con le associazioni dei consumatori, prevedendo inoltre l'eventualità, alla loro scadenza, della proposta ai risparmiatori di soluzioni di investimento alternative. Bmps sta facendo in ogni caso tutti i necessari approfondimenti e si riserva di tutelare i propri interessi nelle competenti ed opportune sedi».

Mps: Sindacati Chiedono Chiarezza Su Banca 121

(ASCA) - Siena, 23 dic - Fare subito chiarezza ''a partire dalle circostanze che hanno portato all'acquisizione della Banca del Salento per capire se, insieme ai clienti, non sia stato truffato anche il Monte dei Paschi di Siena alchimie che potrebbero aver modificato artificiosamente il valore dell'azienda''. E' quanto chiedono i sindacati del Mps che in una nota, 'Mps truffato da Banca 121' firmata da diverse 'sigle', sostengono tra l'altro che quanto sta avvenendo ''rappresenta un atto gravissimo che, ancora una volta, vede protagonista, suo malgrado, la Banca del Monte dei Paschi''. I sindacati, poi, sottolineano che ''sarebbe opportuno che quanti sono coinvolti si autosospendessero'' in attesa dell'individuazione dei responsabili da parte della magistratura alla quale viene chiesto di ''fare presto''.

COMUNICATO STAMPA DELL’INTESA DEI CONSUMATORI

RISPARMIO TRADITO E BANCA 121: TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE !

Dopo la lunga catena di dissesti finanziari,spesso addossati ai risparmiatori come Bipop,Cirio, Argentina, My Way e For You (sui quali è aperto un tavolo di conciliazione),Parmalat, è scoppiata ieri l’ulteriore scandalo di prodotti truffaldini,quali BTP TEL, INDEX, ON LINE, venduti dalla ex Banca 121 a migliaia di risparmiatori che hanno prodotto avvisi di garanzia per truffa a carico di primari banchieri,come Vincenzo De Bustis (DEUTSCHE BANK) e Lorenzo Gorgoni (MPS).Vengono quindi al pettine,seppur con ritardo,tutti i nodi della finanza creativa,ossia quei prodotti truffaldini spesso ideati dalle banche per raggirare i risparmiatori e distruggere i loro risparmi traendo spesso vantaggio diretto (Cirio),mentre la distratta Banca d’Italia, neppure impone il rispetto dei requisiti dell’onorabilità tollerando che banchieri indagati per gravissimi reati,quali la truffa, l’insider trading,l’aggiotaggio,l’associazione a delinquere,il falso in bilancio,possano continuare indisturbati a gestire allegramente il sudato risparmio dei cittadini. L’Intesa dei Consumatori chiede che tutti quei banchieri indagati e/o condannati per gravi reati, vengano immediatamente posti in aspettativa attivando i requisiti di onorabilità inseriti nel Testo Unico Bancario,che non possono essere interpretati ad uso e consumo delle banche. E poiché il signor De Bustis,ha affermato ieri dopo l’avviso di garanzia da parte della Procura di Trani con l’accusa di truffa in concorso continuata e pluriaggravata,che: “quelli in questione (Btp index,ecc. n.d.r.), sono strumenti finanziari adottati da tutte le banche in questi anni e presenti sul mercato in quantitativi rilevanti sui quali occorrerebbe una riflessione da parte di tutto il sistema bancario”,l’Intesa dei consumatori chiede a Banca d’Italia e Consob un attento monitoraggio,ossia una grande,coraggiosa operazione di bonifica per impedire che tali prodotti truffaldini possano continuare a danneggiare gli inconsapevoli risparmiatori.

Banca MPS: PM Trani revoca sequestro per ex Banca 121 Spa

La revoca del sequestro

è subordinata all’espletamento dei tavoli di trattative con le associazioni

Il cda di banca Monte dei Paschi di Siena comunica che il PM della procura di Trani, Dott. Antonio SAVASTA, ha disposto, in data 24 dicembre 2003, la revoca del sequestro preventivo in materia di prodotti strutturati dell’ex Banca 121 condizionandola all’osservanza di specifiche prescrizioni, rispondenti a quanto già convenuto negli accordi tra la stessa Banca MPS e le associazioni dei consumatori facenti parte del CNCU. Il CdA di banca Monte dei Paschi di Siena ha incaricato la Direzione di approfondire la posizione di Bmps quale possibile parte lesa. (Radiocor – Roma, 30 dicembre 2003).


My Way:

il Monte dei Paschi di Siena incassa la seconda sconfitta in Puglia.

Dopo la prima sconfitta riportata dalla Banca 121 S.p.A., nella pronuncia del tribunale di lecce (Dott. Petrelli), emessa nel 2002 in favore dell’utente Antonio mangia, Associato Adusbef e rappresentato dal Vicepresidente Avv. Antonio Tanza, (pubblicata in www.studiotanza.it), ora è stato emesso un nuovo provvedimento cautelare in favore di altro utente pugliese, Francesco Zucchero, con il quale il giudice del Tribunale di Brindisi (dott. Giliberti) ha rilevato, in relazione al noto prodotto My Way, un atteggiamento della banca lesivo “dell’equilibrio contrattuale” e contraddizioni tali da rendere “l’operazione assolutamente inidonea alle esigenze e agli interessi di un risparmiatore”, inoltre la banca avrebbe agito anche in stato di conflitto di interesse perché ha venduto suoi prodotti con finanziamenti onerosi a carico dei clienti. Comportamenti che avrebbero violato il principio della trasparenze richiamato dal T.U.i.f. e da numerosi regolamenti CONSOB. Il Giudice ha, dunque, autorizzato l’utente a sospendere il pagamento delle rate di 3.000,00 euro al mese destinate a rimborsare un piano finanziario per più di un milione di euro utilizzato per l’acquisto degli scadenti prodotti. Come consuetudine la banca ha presentato il prodotto come piano di previdenza garantito, risolvibile in qualsiasi momento: l’utente con un reddito dichiarato che non gli consentiva di far fronte a tale pesante obbligazione ha chiesto di risolvere il contratto ottenendo un secco diniego e apprendendo dagli altri istituti di credito che era stato segnalato alla Centrale dei Rischi. Nel complesso provvedimento di circa 20 pagine, il Giudice ha ordinato al Monte dei Paschi la revoca della segnalazione alla Centrale dei Rischi ed ha trasmesso gli atti alla Procura di Brindisi per eventuali aspetti penali. Il provvedimento del Tribunale di Brindisi conferma la denuncia sollevata da Adusbef nel 2001 con il caso di Piconese Andrea (www.studiotanza.it): quel caso si è da tempo concluso con l’integrale restituzione del maltolto. Attualmente pur continuando nel contenzioso intrapreso, Adusbef ha iniziato una serie di tavoli di trattative al fine di transigere velocemente le vertenze My Way, 4 You & C. (BTP-index, BTP-tel ecc.) ottenendo con i vari incontri di risolvere un 60% dei casi con l’immediata soddisfazione del cliente. In particolare nel tavolo di trattative del 15 luglio scorso si sono definite le vertenze con la risoluzione del contratto e la restituzione dei denari versati in misura dall’80% al 100%. Gli utenti soddisfatti per la favorevole soluzione hanno rinunciato ai giudizi intrapresi contro la Banca 121 PF ed il Monte dei Paschi di Siena. Mentre gli utenti che non saranno soddisfatti dell’esito delle trattative continueranno i giudizi ottenendo i favorevoli risultati sino ad oggi registrati a Lecce e Brindisi. Per partecipare al tavolo di trattative è sufficiente seguire le istruzioni pubblicate sui siti dell’Associazione inviando la documentazione ai relativi indirizzi (studio.tanza@mail.clio.it oppure info@asdubef.it). Negli stessi siti si troveranno anche le indicazione per partecipare alle cause collettive. Il contenzioso numeroso, pur essendo ancora giovane, sta registrando delle vittorie che incoraggiano gli utenti a continuare nella battaglia che Adusbef per prima ha intrapreso sul territorio nazionale.

Lecce – Roma 10 settembre 2003 Avv. Antonio TANZA




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