Avv. Antonio Tanza - Vicepresidente ADUSBEF


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Cosa fare

Cirio

Recenti vittorie ADUSBEF sui CIRIO BOND

il TRIBUNALE DI TARANTO, Dott. Cavallone, con sentenza n. 2273 del 28 ottobre 2004, da ragione ad ADUSBEF e condanna BANCA INTESA al risarcimento CLICCA QUI

il TRIBUNALE DI GENOVA, Dott. Canepa, con sentenza del marzo 2005, ORDINA UN RISARCIMENTO DI 115.000 EURO ALLA POPOLARE DI LODI A L.S.,

C I R I O B O N D

MULTE CONSOB E BANCA D’ITALIA: FINALMENTE SI POSSONO INIZIARE DELLE CAUSE "SICURE"

MA ORA, COME RECUPERARE I SOLDI?


Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, Direzione IV, con decreto n. 14605 dell’11 febbraio 2005, su proposta della Consob ex art. 195 D.Lgs. n. 58/98, ha applicato pesanti sanzioni pecuniarie a carico degli esponenti aziendali di alcune delle maggiori banche italiane, a motivo della non diligente e non corretta negoziazione di bonds Cirio. A nulla rileva che le multe sono state annullate per vizi formali (non sono stati rispettati alcuni termini): quello che conta è la sostanza. Le banche condannate sono: Banca Nazionale del Lavoro S.p.A., Banca Popolare di Ancona SCARL, Credito Emiliano S.p.A., Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A., Banca Antoniana Popolare Veneta SCARL, Banca Agricola Mantovana S.p.A., Unicredit Banca S.p.A. (già Cassa di Risparmio di Torino S.p.A.), Capitalia S.p.A. (già Banca di Roma S.p.A.), Banca Intesa S.p.A. (già Cariplo S.p.A., Banco Ambrosiano Veneto S.p.A., Banca Commerciale Italiana S.p.A. e Banca Intesa S.p.A.) e Sanpaolo Imi S.p.A.
Queste banche sono state multate dall’Autorità di Vigilanza per accertate gravi violazioni della normativa prevista dal D.Lgs. n. 58/98 (Testo Unico della Finanza) e del Regolamento Conosb n. 11522/98, e segnatamente per non essersi dotate di procedure interne idonee ad assicurare l’efficiente, ordinata e corretta prestazione del servizio di negoziazione in conto proprio, per non avere acquisito una conoscenza degli strumenti finanziari adeguata al tipo di prestazione fornita, ossia alla negoziazione in conto proprio (il che ha reso immediatamente disponibili alla clientela emissioni dalle caratteristiche peculiari, come quelle riguardanti le obbligazioni del gruppo Cirio), per aver effettuato operazioni nei confronti di clientela retail senza aver fornito agli investitori informazioni adeguate sulla natura, sui rischi e sulle implicazioni della specifica operazione, per non essersi astenute dall’effettuare operazioni non adeguate al profilo degli investitori, ed infine per aver applicato, nella prestazione del servizio di negoziazione per conto proprio, commissioni sul prezzo pattuito con gli investitori.
Gli investitori che abbiano acquistato da queste banche obbligazioni emesse dal Gruppo Cirio hanno il diritto di essere risarciti dalle stesse, responsabili di aver venduto loro titoli non trasparenti ed a prezzi maggiorati e non trasparenti, in situazioni di conflitto di interessi non dichiarato e di inadeguatezza tra rischio dell’investimento e profilo dell’investitore.
Ma vediamo come nasce la vicenda Cirio. Nel 2000 il Gruppo Cirio registrava il peggiore esercizio dal 1997. Il debito netto era pari a 766,5 milioni di Euro e quello lordo a 2,2 miliardi di Euro. Pertanto, la società chiudeva l’anno in rosso per 78,6 milioni. Anche le altre società del Gruppo Cirio, tra cui la Del Monte , registravano notevoli perdite. A fine del 1999 il Gruppo guidato da Cragnotti era esposto verso le banche per complessivamente 873 milioni di Euro. Per tale motivo le banche mutuanti più esposte nei confronti del Gruppo iniziavano nel maggio del 2000 a fornirgli assistenza finanziaria per l’emissione di bonds. La prima emissione da 150 milioni di Euro è curata da J.P. Morgan, UBM (oggi Unicredit) e Banca di Roma, a cui ha fatto seguito un’altra emissione a novembre del 2000, curata sempre dagli stessi collocatori. A emettere i bond è la società Cirio Finance con sede in Lussemburgo, una scatola vuota, priva della solidità patrimoniale necessaria ad onorare gli impegni finanziari assunti. Nell’ottobre 2000, sempre gli stessi collocatori curano l’emissione di bonds per 150 milioni di Euro della Cirio Finance Lux; nell’aprile 2001 la Caboto e la UBM curano il collocamento di bonds per 200 milioni di Euro emessi dalla Del Monte Finance; nel gennaio 2001 è sempre la Caboto e la BCI (oggi Banca Intesa) a curare l’emissione di obbligazioni per 275 milioni di Euro della Cirio Holding Lux; nel febbraio 2002 la Abax Bank e la UBM (Unicredit) curano il collocamento di bonds per 50 milioni di Euro della Cirio Del Monte NV e, infine, nel febbraio 2002 sono la ABAX Bank e la UBM (Unicredit) a collocare obbligazioni per 125 milioni di Euro della Cirio Del Monte NV. Grazie a questo “prezioso” lavoro di emissione e collocamento da parte di alcune delle banche più esposte nei confronti del Gruppo, a fine 2001 l’esposizione verso il sistema bancario dello stesso scendeva a 551 milioni e quello verso gli obbligazionisti, non esistente sino al 1999, ammontava a 729,3 milioni di Euro. L’esposizione verso gli obbligazionisti a fine settembre del 2002 è di ben 1.125,00 miliardi di Euro, cosicché risulta che l’esposizione verso il sistema bancario è diminuita, grazie al collocamento degli 873 milioni di Euro di fine 1999, a soli 125,5 milioni di Euro, con il passaggio del rischio di insolvenza del Gruppo dalle banche mutuanti agli ignari investitori acquirenti. In altre parole l’attività di emissione delle obbligazioni, vista la instancabile attività delle banche, ha consentito al Gruppo Cirio e alle sue banche creditrici di consolidare l’ingentissimo debito dal breve periodo al lungo periodo, traslando in questa operazione il rischio creditizio dai propri bilanci a quelli modestissimi di migliaia di famiglie di risparmiatori. In data 3 novembre 2002, per uno dei prestiti obbligazionari emessi dal Gruppo Cirio, uno studio legale (organo privato che segue e cura le vicende dell’emissione per conto dei sottoscrittori – investitori, cd. trustee), non avendo la società Cirio Finance Luxembourg alla scadenza rimborsato detto prestito, provvedeva a mettere in mora la stessa società, dichiarando il cd. default e avviando successivamente l’ulteriore dichiarazione di cross default, ossia la dichiarazione di inadempimento a catena su tutte le restanti obbligazioni.
Attualmente i possessori dei titoli emessi dal gruppo Cirio hanno visto il proprio investimento perdere fino al 70-80% del proprio valore. Tanto infatti perderebbero se oggi vendessero le obbligazioni. Né sono più rosee le prospettive di recupero dalla procedura di amministrazione straordinaria, data la elevata entità dei debiti riscontrati ed ammessi al passivo. L’unica prospettiva che resta agli obbligazionisti è di adire l’Autorità Giudiziaria per ottenere una sentenza di condanna a carico delle banche responsabili di aver negoziato i bond senza la dovuta diligenza.

ADUSBEF ha predisposto una task force di avvocati per recuperare il maltolto.

La
prima mossa è quella di inviare una lettera ( clicca qui) con la quale si invita la banca multata a restituire il denaro investito (ATTENZIONE: anche se avete già contattato adusbef è necessaria detta nuova lettera)

Successivamente dovete inviare ad ADUSBEF (in fotocopia) la documentazione che comprovi l’aquisto ed il possesso dei bond: verrete contattati per l’avvio dell’azione giudiziaria che si prevede velocissima, grazie alle contestazioni mosse dalla vigilanza.

Per partecipare all’iniziativa è sufficiente mettersi in contatto con la Vicepresidenza Adusbef collegandosi al sito www.studiotanza.it oppure scrivendo a adusbef@studiotanza.it , oppure telefonando al 0836566094 o 0836562035 o mandando un fax al 0836631656. Ci necessita acquisire: 1) Fotocopia della Vs carta d’identità; fotocopia del codice fiscale; fotocopia dei titolo giustificativi dell’acquisto dei CIRIO BOND.


ESPOSTO DENUNCIA

Scarichi gratuitamente dal sito ed invii il modulo di esposto - denuncia alla Procura di Roma clicca QUI ed altro alla Procura di Milano clicca QUI.

Tenga presente che una formale costituzione di parte civile potrà avvenire solo quando verrà fissato l'eventuale rinvio a giudizio degli indagati. In tal caso per la costituzione servirà probabilmente produrre i documenti giustificativi della qualità di azionista / obbligazionista / possessore dei bonds (fissati bollati e quanto altro). Per la formale costituzione di parte civile l'associazione metterà a disposizione di chi vuole e di chi si iscrive dei "propri" legali chiedendo solo un contributo forfettario di rimborso spese e competenze che verrà in seguito comunicato e che dipenderà dal numero di consumatori che aderiranno all'iniziativa. L’esposto denuncia va anche inviato, per posta, fax (0836-566094), e-mail adusbef@studiotanza.it anche a: Vicepresidenza ADUSBEF Onlus, Corso Porta Luce n. 20, 73013 Galatina – LE -

Vedemecum: tutto sui Cirio Bond ( scarica)


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