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BANKITALIA AVVERTE SU SCOPERTO, ADUSBEF SCETTICA/ANSA

( del 19/02/2006 )

RICHIAMO DI VIA NAZIONALE SU TASSI INTERESSE PER CONTI IN ROSSO 18 Febbraio 2006 16:36 ROMA (ANSA) (ANSA) - ROMA, 18 feb - Una lettera inviata a 30mila istituti bancari per dare lumi sulle commissioni di massimo scoperto, vale a dire sugli oneri imposti ai clienti il cui conto corrente finisce in rosso. A mandarla, lo scorso 2 dicembre, è stata la Banca d'Italia, preoccupata per le difficoltà interpretative della legge sull'usura del 1996. Una lettera che, però, lascia scettica l'Adusbef, secondo cui l'iniziativa è stata presa solo "per limitare i danni delle inchieste penali a carico delle banche che porteranno a sicure condanne per aver valicato i limiti di legge". La lettera uscita da Palazzo Koch, in effetti, fa riferimento proprio al fatto che la difficoltà interpretativa della legge "ha comportato la sottoposizione al vaglio dell'autorità giudiziaria di un numero crescente di questioni, con maggiori rischi reputazionali per il sistema bancario e finanziario", senza contare che "sono elevati i rischi operativi connessi a errate applicazioni della disciplina suscettibili di determinare occasionali e modesti superamenti dei limiti normativi". Bankitalia, insomma, si preoccupa per l'immagine delle banche, ma anche della difficoltà di calcolo che effettivamente può trarre in errore il personale degli istituti. Quindi, "ferma restando la competenza esclusiva della magistratura nella valutazione dei casi concreti e al fine di agevolare per il futuro le verifiche da parte delle banche e degli intermediari finanziari", via Nazionale offre in allegato alla lettera uno schema operativo, conforme ad alcuni recenti orientamenti giurisprudenziali, per valutare l'impatto delle applicazioni della commissione di massimo scoperto sulle condizioni complessivamente praticate. Lo schema ricorda quando e come va applicata la commissione sui conti finiti in rosso, in che modo calcolarla, cosa fare e come intervenire in caso venga superata la soglia di usura fissata dalla legge. "La Banca d'Italia - commenta il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti - per limitare i danni delle inchieste giudiziarie penali che in tutta Italia pendono a carico delle banche, cerca di correre ai ripari con una circolare". L'associazione dei consumatori, che si occupa in special modo proprio delle questioni bancarie, ricorda che "su un prestito erogato a un cliente, oltre al tasso applicato, mettiamo del 10%, grava una commissione di massimo scoperto trimestrale, fissata a una media dell'1% (casi non rari anche dell'1,5%) che, portando quel tasso al 14% l'anno, supera la soglia usuraria per tipologia di prestito rilevata ogni trimestre con l'aggiunta del 50% in più sulla media dei tassi". Tra le inchieste giudiziarie citate dall'Adusbef, figura in particolare quella di Palmi, dove la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per usura dei vertici di alcune banche di primaria importanza. L' inchiesta è nata da un esposto del gruppo imprenditoriale De Masi, operante nella piana di Gioia Tauro, secondo il quale i tassi di interesse sui propri conti, con l'applicazione della commissione di massimo scoperto, superavano i limiti di legge. (ANSA).
DI VIA NAZIONALE SU TASSI INTERESSE PER CONTI IN ROSSO 18 Febbraio 2006 16:36 ROMA (ANSA) (ANSA) - ROMA, 18 feb - Una lettera inviata a 30mila istituti bancari per dare lumi sulle commissioni di massimo scoperto, vale a dire sugli oneri imposti ai clienti il cui conto corrente finisce in rosso. A mandarla, lo scorso 2 dicembre, è stata la Banca d'Italia, preoccupata per le difficoltà interpretative della legge sull'usura del 1996. Una lettera che, però, lascia scettica l'Adusbef, secondo cui l'iniziativa è stata presa solo "per limitare i danni delle inchieste penali a carico delle banche che porteranno a sicure condanne per aver valicato i limiti di legge". La lettera uscita da Palazzo Koch, in effetti, fa riferimento proprio al fatto che la difficoltà interpretativa della legge "ha comportato la sottoposizione al vaglio dell'autorità giudiziaria di un numero crescente di questioni, con maggiori rischi reputazionali per il sistema bancario e finanziario", senza contare che "sono elevati i rischi operativi connessi a errate applicazioni della disciplina suscettibili di determinare occasionali e modesti superamenti dei limiti normativi". Bankitalia, insomma, si preoccupa per l'immagine delle banche, ma anche della difficoltà di calcolo che effettivamente può trarre in errore il personale degli istituti. Quindi, "ferma restando la competenza esclusiva della magistratura nella valutazione dei casi concreti e al fine di agevolare per il futuro le verifiche da parte delle banche e degli intermediari finanziari", via Nazionale offre in allegato alla lettera uno schema operativo, conforme ad alcuni recenti orientamenti giurisprudenziali, per valutare l'impatto delle applicazioni della commissione di massimo scoperto sulle condizioni complessivamente praticate. Lo schema ricorda quando e come va applicata la commissione sui conti finiti in rosso, in che modo calcolarla, cosa fare e come intervenire in caso venga superata la soglia di usura fissata dalla legge. "La Banca d'Italia - commenta il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti - per limitare i danni delle inchieste giudiziarie penali che in tutta Italia pendono a carico delle banche, cerca di correre ai ripari con una circolare". L'associazione dei consumatori, che si occupa in special modo proprio delle questioni bancarie, ricorda che "su un prestito erogato a un cliente, oltre al tasso applicato, mettiamo del 10%, grava una commissione di massimo scoperto trimestrale, fissata a una media dell'1% (casi non rari anche dell'1,5%) che, portando quel tasso al 14% l'anno, supera la soglia usuraria per tipologia di prestito rilevata ogni trimestre con l'aggiunta del 50% in più sulla media dei tassi". Tra le inchieste giudiziarie citate dall'Adusbef, figura in particolare quella di Palmi, dove la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per usura dei vertici di alcune banche di primaria importanza.
L' inchiesta è nata da un esposto del gruppo imprenditoriale De Masi, operante nella piana di Gioia Tauro, secondo il quale i tassi di interesse sui propri conti, con l'applicazione della commissione di massimo scoperto, superavano i limiti di legge
RICHIAMO DI VIA NAZIONALE SU TASSI INTERESSE PER CONTI IN ROSSO 18 Febbraio 2006 16:36 ROMA (ANSA) (ANSA) - ROMA, 18 feb - Una lettera inviata a 30mila istituti bancari per dare lumi sulle commissioni di massimo scoperto, vale a dire sugli oneri imposti ai clienti il cui conto corrente finisce in rosso. A mandarla, lo scorso 2 dicembre, è stata la Banca d'Italia, preoccupata per le difficoltà interpretative della legge sull'usura del 1996. Una lettera che, però, lascia scettica l'Adusbef, secondo cui l'iniziativa è stata presa solo "per limitare i danni delle inchieste penali a carico delle banche che porteranno a sicure condanne per aver valicato i limiti di legge". La lettera uscita da Palazzo Koch, in effetti, fa riferimento proprio al fatto che la difficoltà interpretativa della legge "ha comportato la sottoposizione al vaglio dell'autorità giudiziaria di un numero crescente di questioni, con maggiori rischi reputazionali per il sistema bancario e finanziario", senza contare che "sono elevati i rischi operativi connessi a errate applicazioni della disciplina suscettibili di determinare occasionali e modesti superamenti dei limiti normativi". Bankitalia, insomma, si preoccupa per l'immagine delle banche, ma anche della difficoltà di calcolo che effettivamente può trarre in errore il personale degli istituti. Quindi, "ferma restando la competenza esclusiva della magistratura nella valutazione dei casi concreti e al fine di agevolare per il futuro le verifiche da parte delle banche e degli intermediari finanziari", via Nazionale offre in allegato alla lettera uno schema operativo, conforme ad alcuni recenti orientamenti giurisprudenziali, per valutare l'impatto delle applicazioni della commissione di massimo scoperto sulle condizioni complessivamente praticate. Lo schema ricorda quando e come va applicata la commissione sui conti finiti in rosso, in che modo calcolarla, cosa fare e come intervenire in caso venga superata la soglia di usura fissata dalla legge. "La Banca d'Italia - commenta il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti - per limitare i danni delle inchieste giudiziarie penali che in tutta Italia pendono a carico delle banche, cerca di correre ai ripari con una circolare". L'associazione dei consumatori, che si occupa in special modo proprio delle questioni bancarie, ricorda che "su un prestito erogato a un cliente, oltre al tasso applicato, mettiamo del 10%, grava una commissione di massimo scoperto trimestrale, fissata a una media dell'1% (casi non rari anche dell'1,5%) che, portando quel tasso al 14% l'anno, supera la soglia usuraria per tipologia di prestito rilevata ogni trimestre con l'aggiunta del 50% in più sulla media dei tassi". Tra le inchieste giudiziarie citate dall'Adusbef, figura in particolare quella di Palmi, dove la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per usura dei vertici di alcune banche di primaria importanza. L' inchiesta è nata da un esposto del gruppo imprenditoriale De Masi, operante nella piana di Gioia Tauro, secondo il quale i tassi di interesse sui propri conti, con l'applicazione della commissione di massimo scoperto, superavano i limiti di legge. (ANSA).
RICHIAMO DI VIA NAZIONALE SU TASSI INTERESSE PER CONTI IN ROSSO 18 Febbraio 2006 16:36 ROMA (ANSA) (ANSA) - ROMA, 18 feb - Una lettera inviata a 30mila istituti bancari per dare lumi sulle commissioni di massimo scoperto, vale a dire sugli oneri imposti ai clienti il cui conto corrente finisce in rosso. A mandarla, lo scorso 2 dicembre, è stata la Banca d'Italia, preoccupata per le difficoltà interpretative della legge sull'usura del 1996. Una lettera che, però, lascia scettica l'Adusbef, secondo cui l'iniziativa è stata presa solo "per limitare i danni delle inchieste penali a carico delle banche che porteranno a sicure condanne per aver valicato i limiti di legge". La lettera uscita da Palazzo Koch, in effetti, fa riferimento proprio al fatto che la difficoltà interpretativa della legge "ha comportato la sottoposizione al vaglio dell'autorità giudiziaria di un numero crescente di questioni, con maggiori rischi reputazionali per il sistema bancario e finanziario", senza contare che "sono elevati i rischi operativi connessi a errate applicazioni della disciplina suscettibili di determinare occasionali e modesti superamenti dei limiti normativi". Bankitalia, insomma, si preoccupa per l'immagine delle banche, ma anche della difficoltà di calcolo che effettivamente può trarre in errore il personale degli istituti. Quindi, "ferma restando la competenza esclusiva della magistratura nella valutazione dei casi concreti e al fine di agevolare per il futuro le verifiche da parte delle banche e degli intermediari finanziari", via Nazionale offre in allegato alla lettera uno schema operativo, conforme ad alcuni recenti orientamenti giurisprudenziali, per valutare l'impatto delle applicazioni della commissione di massimo scoperto sulle condizioni complessivamente praticate. Lo schema ricorda quando e come va applicata la commissione sui conti finiti in rosso, in che modo calcolarla, cosa fare e come intervenire in caso venga superata la soglia di usura fissata dalla legge. "La Banca d'Italia - commenta il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti - per limitare i danni delle inchieste giudiziarie penali che in tutta Italia pendono a carico delle banche, cerca di correre ai ripari con una circolare". L'associazione dei consumatori, che si occupa in special modo proprio delle questioni bancarie, ricorda che "su un prestito erogato a un cliente, oltre al tasso applicato, mettiamo del 10%, grava una commissione di massimo scoperto trimestrale, fissata a una media dell'1% (casi non rari anche dell'1,5%) che, portando quel tasso al 14% l'anno, supera la soglia usuraria per tipologia di prestito rilevata ogni trimestre con l'aggiunta del 50% in più sulla media dei tassi". Tra le inchieste giudiziarie citate dall'Adusbef, figura in particolare quella di Palmi, dove la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per usura dei vertici di alcune banche di primaria importanza. L' inchiesta è nata da un esposto del gruppo imprenditoriale De Masi, operante nella piana di Gioia Tauro, secondo il quale i tassi di interesse sui propri conti, con l'applicazione della commissione di massimo scoperto, superavano i limiti di legge. (ANSA).
BANCA D’ITALIA Vigilanza creditizia e finanziaria del 2/12/05 Ai capi delle filiali Oggetto: commissioni di massimo scoperto. Come è noto,la legge n.108 del 1996 ha apportato significative modifiche al regime penale del delitto di usura introducendo un parametro di riferimento per la valutazione dell’usurarietà degli interessi. Le “soglie”d’usura sono fissate nella misura del 50% in aumento rispetto ai tassi effettivi globali medi praticati per le diverse operazioni di credito dalle banche e dagli intermediari finanziari,rilevati dalla Banca D’Italia e dall’ufficio dei cambi e pubblicati con cadenza trimestrale con decreto del Ministero dell’economia. L’applicazione di condizioni eventualmente usuraie da parte di un intermediario è,di norma verificata sulla base del contenuto delle” istruzioni per la rilevazione del tasso effettivo globale medio ai sensi della legge sull’usura” (pubblicate, nella versione aggiornata , nella G.U. n.5 dell’8 gennaio 2003). Lo scrupoloso rispetto delle “istruzioni “ assicura, pertanto, l’univocità dei comportamenti da parte degli operatori e la confrontabilità tra il tasso in concreto applicato e la relativa “soglia”di legge.In tal senso depone il crescente interesse della magistratura , dei consulenti tecnici e degli organi investigativi sulle metodologie adottate nella rilevazione. La legge sull’usura ha, fin dall’inizio della sua applicazione ,posto numerosi problemi interpretativi°(Appare sufficiente ricordare la problematica dei finanziamenti,già stipulati al momento dell’entrata in vigore dei limiti,regolari a tassi superiori alle soglie di legge,che ha avuto soluzione con l’intervento della legge di interpretazione autentica n.24 del 2001). Ciò ha comportato la sottoposizione al vaglio dell’autorità giudiziaria di un numero crescente di questioni, con maggiori rischi reputazionali per il sistema bancario e finanziario; sono elevati, poi, i rischi operativi, connessi a errate applicazioni della disciplina suscettibili di determinare occasionali e modesti superì dei limiti normativi. Da ultimo , nell’ambito di contatti intercorsi con le autorità inquirenti e dall’esame dei dati trasmessi dai soggetti vigilati nel quadro della “rilevazione”, sono emersi dubbi interpretativi in merito all’eventuale impatto sulle condizioni economiche complessivamente applicate alla clientela della commissione di massimo scoperto,come è noto oggetto di specifica rilevazione. In tale ambito – ferma restando la competenza esclusiva della magistratura nella valutazione dei casi concreti e al fine di agevolare, per il futuro, le verifiche da parte delle banche e degli intermediari finanziari si riporta, in allegato, uno schema operativo elaborato dalla Banca D’Italia per valutare l’impatto dell’applicazione della commissione di massimo scoperto sulle condizioni complessivamente praticate;detto schema è conforme ad alcuni recenti orientamenti giurisprudenziali. Nel pregare codeste Direzioni di voler curare le conseguenti comunicazioni alle banche e agli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale di rispettiva competenza, si inviano distinti saluti. Commissione di massimo scoperto Le “istruzioni per la rilevazione” prevedono (al punto c3) che- per le operazioni di apertura di credito in conto corrente, di finanziamenti per anticipi su crediti e documenti e di factoring (si tratta delle uniche categorie di operazioni per le quali è applicabile , secondo le “istruzioni per la rilevazione “,la commissione di massimo scoperto cfr.punto5)- il tasso effettivo globale (TEG) si ottiene sommando gli interessi , rapportati ai saldi liquidi , con gli oneri, calcolati in percentuale sull’accordato.(La formula è la seguente :TEG=interessi X36.500/numeri debitori + oneri x 100/accordato.Le “istruzioni” specificano il contenuto di ciascun elemento delle formule.. In base al successivo punto c5 la commissione di massimo scoperto (infra CMS)non rientra nel calcolo del TEG ed è rilevata separatamente ;la misura media rilevata, espressa in termini percentuali, è riportata in calce nelle tabelle dei tassi. La scelta è coerente con la circostanza che l’entità della CMS dipende dalle modalità di utilizzo del credito da parte del cliente,limitandosi l’intermediario unicamente a predeterminare la misura percentuale. Essa, infatti,rappresenta il compenso corrisposto dal cliente in relazione all’onere che l’intermediario sostiene per far fronte all’eventualità che venga aumentato lo scoperto di conto.(All’indicato punto c5delle istruzioni si chiarisce che la “commissione nella tecnica bancaria viene definita come il corrispettivo pagato dal cliente per compensare l’intermediario dell’onere di dover essere sempre in grado di fronteggiare una rapida espansione nell’utilizzo dello scoperto del conto.Tale compenso-che di norma viene applicato allorché il saldo del cliente risulti a debito per oltre un determinato numero di giorni-viene calcolato in misura percentuale sullo scoperto massimo verificatosi nel periodo di riferimento.” In tale contesto la verifica del rispetto delle “soglie”di legge da parte di ciascun intermediario richiede: *il calcolo del tasso in concreto praticato –sommando gli interessi rapportati ai numeri debitori e gli oneri in percentuale sull’accordato, secondo le metodologie indiacate al punto C3- e il raffronto di tale tasso con la relativa soglia di legge; *il confronto tra l’ammontare percentuale della CMS praticata e l’entità massima della CMS(cd.CMS soglia), desunta aumentando del 50% l’entità della CMS media pubblicata nelle tabelle. L’individuazione di eventuali superi richiede l’attivazione di interventi per la loro eliminazione prima della relativa applicazione alla clientela. Peraltro ,l’applicazione di commissioni che superano l’entità della” CMS soglia”non determina ,di per se,l’usurarietà del rapporto , che va invece desunta da una valutazione complessiva delle condizioni applicate. A tal fine, per ciascun trimestre l’importo della CMS percepita in eccesso va confrontato con l’ammontare degli interessi (ulteriori rispetto a quelli in concreto praticati)che la banca avrebbe potuto richiedere fino ad arrivare alle soglie di volta in volta vigenti”(margine”). Tale margine è calcolato , per ciascun trimestre, sottraendo dagli interessi massimi che la banca avrebbe potuto richiedere (calcolato con la seguente formula:interessi =TASSO SOGLIA+ ONERI X 100/Accordato) x NUMERI DEBITORI/ 36500 quelli effettivamente richiesti. Qualora l’eccedenza della commissione rispetto alla” CMS soglia” sia inferiore a tale “margine” è da ritenere che non si determini un supero delle soglie legge.


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